… ed ora, la solitudine un po’ macabra di un amore non corrisposto:

Il mio cuore mi ha mandato a chiamare.

Sono andato nella sua caverna, circondata da gallerie.

E lì l´ho trovato, dove si trova da sempre, appeso alla volta, intricato fra vene ed arterie pulsanti.

Sentendomi, ha aperto gli occhi stremati e mi ha detto con un filo di voce: “guardami”

E voleva dire: “per favore, lasciami morire” Il Re dei Gatti mi guardava, enorme, osceno, dall´oscurità di un cunicolo.

Io potevo vedere solo i suoi occhi verdi fosforescenti ed immaginavo che stesse muovendo la coda lentamente, nervoso ma sicuro.

Il mio cuore è ricoperto di lacerazioni sanguinanti, alcune molto recenti, di colore rosso vivo, molte altre, la maggior parte, sono vecchie, incapaci di guarire perchè il Re dei Gatti torna ad aprirle con le sue grinfie infette prima che cicatrizzino. Le vecchie ferite, verdastre, emanano odore di putrefazione.

Con i miei vestiti inzuppati nel nostro sangue ho tentato di nettare le piaghe pulsanti, poi ho sfoderato la mia spada, impugnandola con la mano sinistra, e sono rimasto lì, davanti al mio cuore, con la punta della spada appoggiata al suolo, con le gambe leggermente divaricate.

Ora vedo che il Re dei Gatti se n´è andato via, addentrandosi nelle gallerie, ma senza allontanarsi troppo, ed in qualsiasi momento lo desideri ritornerà, attaccando fulmineo alle mie spalle per tornare ad acquattarsi nel buio.

Il mio cuore lo sa, ed aspetta il prossimo scempio.

Anch´io lo so, e resterò sveglio, mentre lui batte, batte …. Incapace di morire.

 

Autore: Franco