Ieri 17 gennaio col taxi siamo andati in tour a Lepaski, dove c’è un tempio del 1500 d.c. dedicato a Shiva, veramente bello. A 70 km da Putthaparti, in una conca verde, c’è questa città, e su una piccola altura si erge il tempio. Tra sculture bellissime, porticati di colonne, cortili interni e piccoli altari, la vista si beatifica nell’osservare tanta raffinatezza d’arte. Tutto è pulito e riverente, i brahamini ti dispensano benedizioni col solito rito del fuoco e del cocco, i ragazzini ti corrono dietro per cercarti la foto o qualche rupia. Visitare il tempio è stato bello. Poco più in là, tra le solite baracche che vendono le solite cianfrusaglie, si erge un monolite scolpito a forma di toro accovacciato simbolo di Nandi, cioè il veicolo di Shiva raffigurato come cobra dalle sette teste che si erge minaccioso. A me piace Shiva come divinità, e Baba lo rappresenta perché è il vendicatore, cioè la divinità che combatte l’ignoranza e la malignità. Un km. Più avanti si erge un tempio più piccolo dedicato ad un pantheon di divinità, tra cui Baba di Shirdi e Satya, e tutti gli altri in bella mostra con le loro cappellette. Tutti ti guardano con gli occhietti metallici posti sulle statuette nere; se li vedi al buio di notte ti spaventi. Poi, siamo tornati nella bolgia di Putthaparti e nella solita routine; io mi sono fatta fare qualche massaggio ayurvedico e devo dire che mi sento proprio bene, mi ci voleva questo relax depuratore ai piedi di Swami. Questa mia mania di scrivere tutte le mie impressioni ha fatto in modo che il tempo passasse più in fretta e io possa lasciare qualcosa che rimanga fisso per sempre.
Autrice: Raffaella Sathya
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