STALIN E LA GALLINA
Un giorno Stalin prese una gallina e la strinse forte, mentre con le mani iniziava a spennarla. La
gallina urlava dal dolore e tentava di scappare senza riuscirci. Stalin riuscì a toglierle tutte le
piume e una volta terminata questa operazione, disse ai suoi aiutanti: “Adesso guardate cosa
accade”.
Mise la gallina per terra e andò a prendere del grano. La gallina, dolorante e sanguinante,
attratta da Stalin che le tirava delle manciate di grano, incominciò a seguirlo. Ad ogni passo di
lui ne corrispondevano altrettanti della gallina. A questo punto Stalin si rivolse ai suoi aiutanti,
sorpresi di ciò che stavano osservando e disse: “Così – facilmente – si governano gli stupidi.
Avete visto come la gallina mi inseguiva nonostante tutto il dolore che le ho procurato. La
maggior parte dei popoli sono così, continuano a seguire i loro governanti e i politici
nonostante tutto il dolore che gli provocano, con il solo scopo di ricevere un regalo da niente o
semplicemente un po’ di cibo per qualche giorno.”
La memoria del popolo è sempre corta. Basta poco al popolo per dimenticare. Basta poco al
popolo per farsi illudere e per farsi comprare. È bastato poco per dimenticare che in guerra
sono sempre i popoli a patire e a soffrire, popoli che ancora oggi vengono armati dai potenti gli
uni contro gli altri e illusi di combattere in nome della patria o di qualche ideale. Senza
scomodare la guerra, se c’è qualcuno che si presenta al mondo come saggio, virtuoso,
onesto, noi gli diamo immediatamente credito. Perché la stupidità ci domina con tanta
ostinazione?
L’Italia, sosteneva Pasolini, è un paese gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è.
Forse perché siamo davvero un paese senza memoria, un paese che non ha cura
della propria storia. O forse perché è più comodo essere così, è più semplice, è più facile.
Costa meno dimenticare e lasciarsi ingannare.
Mi è capitato di leggere in Facebook questo racconto senza avere potuto indagare se siano parole di
Pasolini o di qualcun altro. Lo condivido e lo sostengo con la dovuta amarezza. Nel mio piccolo in
“IF” e “Viola”, i miei ultimi due romanzi, ho ipotizzato un’equazione-mantra utile per esercitare i
singoli, come le masse, a ragionare con la propria testa.
Mirando così al duplice scopo del miglioramento della condizione della vita terrena e dell’integrazione nell’Universo
mediante la diffusione del cosiddetto Amore,
l’unica vera Energia di cui il genere umano dispone.
Scrivi un commento