Sull’argomento, parole infinite, analisi illuminate: un leggero soprabito sotto il diluvio. “Sono triste anche io come te, grido forte, in silenzio, come te, ho paura di non venire compreso, ho paura anche di me stesso…”.Un respiro, la determinazione a superare la piena delle emozioni, volare sopra ai recinti….normali, paranormali, fantapolitici, perfino ai misteri…allora, la sofferenza, la visione viziata del tutto, stempera dubbi e domande. Come una bolla evanescente, prende a vagare leggera…si posa e si annulla….così almeno pare. Poi, nel tempo, una bollicina maligna, un frammento sperduto, quasi incollato alle foglie del sempreverde su cui era finito, lo sputo feroce di un chewingum di colore grigiastro, riprende vigore: ‘the show must go on’. Lo spettacolo delle sofferenze proprie ed altrui ricomincia spietato: chi attacca, chi subisce, chi giura vendetta, chi la perpetra, chi ignora, crogiolandosi nelle forme più amare per distruggere gli altri, quindi se stessi. La strega e la fata: la vita, a seconda di come la si interpreta, da protagonisti o da vittime. C’era una volta una vecchia ragazza, con evidenti rughe sul volto: aveva vissuto. Mai aveva pensato, neppure un attimo, di doversi ringiovanire la carne; invece, aveva tentato di mantenere la giovinezza dell’anima; la bolla iridescente, indistruttibile, che ciascuno porta con sé. Era stato molto difficile, la bollicina maligna di ragnatele intorno alla bocca ed agli occhi cresceva, appiccicosa e ignorante sulle foglie del sempreverde, ma la vecchia ragazza continuava il cammino, si guardava allo specchio continuando ad amare quel volto: era il suo. Gli occhi erano sempre gli stessi, mai stati bellissimi, per dimensioni e colore, ma rimanevano vivi, anche senza un filo di trucco. A cosa sarebbe servito? A vendere meglio l’immagine priva di sofferenza impressa nell’aspetto esteriore? Ah!! Una persona non si riduce allo sputo di un chewingum grigiastro su un sempreverde ingiallito, all’arida bollicina delle ragnatele appiccicose in una casa deserta: il passare degli anni segna il volto ed il corpo ma trascorre benevolo e lieve sull’anima, basta volerlo. Le esperienze arricchiscono, tutte, e la sofferenza si riduce ad un mero elemento, indispensabile per poter avanzare… da fata.
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