Clara si sente dire anche questo. E’ proprio giunta la fine in un complesso rapporto affettivo durato anni e mesi, di dedizione e fiducia complete. Clara aveva conosciuto il suo sdrumatore in una cornice avventurosa; l’unico colpo di testa che la donna si fosse concessa. Nel senso che Clara dopo le sue personali disavventure era diventata una persona riservata, diffidente, e non concedeva la propria amicizia senza prima esser sicura della persona con cui aveva a che fare. Ma lo sdrumatore era sembrato talmente spontaneo e soprattutto chiedeva aiuto, condivisione! La moglie cattiva lo aveva lasciato senza riguardo per la sua malattia, e lui non sapeva come cavarsela! Fin da piccolo era stato un bambino bisognoso di molto affetto, e se non lo otteneva nella misura in cui gli serviva, metteva in crisi la mamma, che si riduceva a supplicare la suora dell’asilo di concedergli un trattamento preferenziale. Da adolescente, in famiglia, si sentiva incompreso, sacrificato. Clara lo aveva ascoltato con simpatia. Quell’uomo molto sensibile denunciava una carenza affettiva che, per altri aspetti, era anche la sua. La simpatia si era da subito trasformata in grande empatia, su ogni cosa, e la donna aveva deciso che lo avrebbe aiutato. Lo sdrumatore aveva dichiarato che lui nella vita si era ‘ messo’ solo con donne superiori a lui. Clara aveva interpretato la frase come un complimento, senza badare all’incongruità del ‘superiori’. L’uomo aveva aggiunto che a lui serviva una ‘dona’ brava e affidabile. Probabilmente ‘dona’ era una battuta! Anzi di certo. A modo suo quest’uomo era bello, o almeno così era sembrato a Clara. Occhi enormi, belle manine, voce profonda e labbra carnose. Ad osservarlo bene era soltanto un ometto diventato troppo cicciotto per la sua statura, col naso camuso, e dall’espressione malandrina e vanesia: lui stesso diceva che quando andava al supermercato le signore si fermavano abbacinate dallo splendore dei suoi grandi occhi. Simpatia, empatia… in Clara era scattata la cosiddetta scintilla, umanitaria. Lo sdrumatore le aveva promesso che lui sarebbe stato l’angelo che l’avrebbe protetta, e lei lui; pensiamo a noi due, aveva detto. Clara ci aveva creduto ed era iniziato il periodo di prova. Lo sdrumatore l’aveva fatta andare nella sua casa ed in prima battuta aveva avvisato gli astanti che lei gli avrebbe comprato un aspirapolvere nuovo. Poi l’aveva piazzata in cucina. Una cucina museo, disorganizzata, di un disordine e di una sporcizia come ne esistono pochi. Clara aveva cercato di rimettere ordine, e cucinare. Un momento! Prima aveva dovuto fare la spesa, coi soldi suoi, poi dare prova di sé come cuoca. Troppe cose, in contemporanea. La prova era andata malissimo, le critiche erano state feroci. Nel ragù troppe carote, nello stracotto troppe cipolle…e avanti così. Ma Clara non ci aveva badato, non più che tanto. Poverino! Lo sdrumatore era molto nervoso per tutti i suoi guai, familiari, economici e di salute. Bisognava portare pazienza!! Il secondo test si era svolto sulla pulizia; Clara si era letteralmente disfatta a scuoter coperte, cambiare letti, lavare, stirare, e non solo per lo sdrumatore, ma anche per chi in quel momento circolava in quella caotica casa…questo test era andato un po’ meglio, poi però la donna era crollata sul riordino della biancheria e dei vestiti. A lavoro compiuto, dopo giorni su giorni, ore su ore, lo sdrumatore le aveva detto arrabbiato che nel guardaroba non capiva più niente. Che lei gli aveva pasticciato ogni cosa…Clara ci aveva anche pianto, ma compativa. Poverino, era molto molto nervoso e irritabile, bisognava portare pazienza. Oltretutto, in quel frangente il poverino era a corto di liquidi, quindi Clara quasi gli stava per anticipare l’acconto per l’acquisto di una nuova vettura; lui per fortuna le aveva detto ‘prima di accettare i tuoi soldi chiederei ad altri’. Chissà chi mai potevano essere? A Clara, dalle lamentele dello sdrumatore, risultava che i parenti del poverino fossero ladri e tirchi matricolati quindi capiva bene come lui avesse potuto ridursi ad usare dei soldi trovati lì in casa, che ben sapeva non essere suoi. Eh. La disperazione porta a questo e ben altro!! Da quel momento Clara aveva cercato di regalare al poverino le cose utili che gli mancavano, biasimando chi lo riduceva così. Chi non lo curava, lo trascurava, lo faceva soffrire, lo umiliava persino. Lei non lo avrebbe mai fatto! Non lo avrebbe mai abbandonato! Così, conoscendolo, Clara sopportava battute su battute, del genere che lo sdrumatore asseriva che alla fine lei gli costava meno di una colf, rendeva molto di più perché lavorava come una furia.. che le dava il permesso di continuare a dipingere, a patto di riuscirci bene, così lui avrebbe incassato i quattrini. Clara si era impicciata della sua salute, l’aveva esortato a frequentare corsi che potevano aiutarlo ad uscire dal guscio della solitudine e non solo. Ad esempio il ballo. Ottima occasione per socializzare e per espletare un insieme di movimenti che gli sarebbero riusciti utili. Lo sdrumatore sembrava entusiasta, ed una volta in cui Clara era presso di lui l’aveva condotta al suo corso; davanti ai maestri di ballo le aveva messo una mano sul sedere proclamando ‘i ciapet’! La donna aveva abbozzato e sorriso: poverino, era tanto contento!! Clara aiutava lo sdrumatore anche nei lavori pesanti, cosiddetti da uomo, e pativa il freddo per risparmiare sul riscaldamento. Nonostante i suoi sforzi, il poverino, dopo i primi tempi, continuava a ‘brangugnarle’ addosso. Se faceva riferimento al passato di Clara compativa chi le era stato vicino. Diceva che Clara era un’attaccabottoni, gli tirava i ‘pistolotti’, intendendo con questo i pareri che lei si sprecava a profondergli. Le si rivolgeva apostrofandola con degli ‘où’ poco cortesi. E il pattume! Un’impresa! Lo sdrumatore accatastava di tutto, alla rinfusa, poi bisognava aiutarlo a disfarsene utilizzando le bacinelle che lui chiamava ‘conche’. Metterle in macchina, una per una, e gettare il contenuto negli appositi contenitori mentre lui se ne stava seduto al posto di guida, abbastanza lontano: la strada era stretta e ,non si sa mai, qualche pezzo di vetro disperso per terra poteva rovinargli le gomme. Se si usciva, ai parcheggi Clara doveva balzar giù dalla macchina, anche senza cappotto od ombrello, tenergli il posto occupato ed attendere che lo sdrumatore facesse il giro dell’isolato. Poverino! Non stava bene, ed in fin dei conti era uscito per farla contenta. A lui muoversi, fare una gita, non interessava: quel poco lo faceva per lei. Un grande altruista! Quindi! Baciare le mani! Clara si era abituata ed attendeva le coccole sempre più rare, nella certezza che, risolti i suoi guai, lo sdrumatore si rivelasse la persona che lei aveva supposto che fosse. Buono, gentile e affidabile. Lo sdrumatore conosceva le traversie affettive di Clara, lei stessa gli aveva detto che andare d’accordo con lui per lei era molto importante, si trattava di un affetto composito per cui lui per lei era quasi un fratello, un figlio, che avrebbe atteso si sistemasse, avesse tempo per lei e finalmente la mettesse nelle condizioni di rilassarsi e di offrirgli il meglio di sé. Avrebbe atteso di non trovarsi sempre in situazioni per cui quando si vedevano Clara ormai aveva un tale groppo alla gola per cui se mangiavano insieme le non riusciva di deglutire, gli versava tutto nel piatto e lui diceva bello contento ‘ signora è un piacere mangiare con lei’. Invece… alla fine di quegli anni e quei mesi lo sdrumatore si era eclissato per scegliere un’altra, all’insaputa di Clara, anzi, negli ultimi giorni le inviava ancora messaggi del tipo ‘ti darei tanti bacini scendendo fino ai seni piccoli e sodi proprio come piacciono a me’. Clara aveva risposto evasiva: da tempo il suo sdrumatore continuava a commettere sgarbi, anche gravi, molto gravi…ad esempio non aveva risposto agli accorati messaggi che chiedevano come stesse, dopo che Clara ne aveva ricevuto uno da lui in cui lo sdrumatore dichiarava di non stare bene. Dopo svariati giorni Clara si era ridotta a telefonare ad un parente dello sdrumatore, venendo a scoprire che… era ben vivo e vegeto! Ma bisognava sempre comprendere che il poverino era stanco, di umore variabile: si era trattato di un brutto periodo per lui, forse il peggiore!! Clara, dopo mesi di lontananza, era arrivata a proporgli di rivedersi, di continuare il rapporto, anche con una certa fisicità: senza legami né obblighi, poi si sarebbe deciso: se non altro, dopo tanto, si poteva tentare di gettare le basi per una vera amicizia, durevole e solida. Nel frattempo però nessuno dei due avrebbe dovuto impegnarsi con altre persone, per rispetto reciproco e altrui. Lui aveva graziosamente acconsentito, e Clara si fidava del delinquentello. Invece lui… guarda caso, dopo l’approccio con un’ altra persona, che lo aveva scartato, si era fermato su una cuoca provetta già approcciata da tempo in chat. Una bellona appariscente, e, per fargli da schiava completa, in età ancora più adatta di quella di Clara. Oltretutto la bellona era originaria del paese natio dello sdrumatore, quindi poteva garantirgli appoggi e compagnia già organizzata, fruibile da chi fosse stato compagno della bellona; per una volta, la sdrumanda era di status inferiore , quindi doveva essere grata allo sdrumatore, riuscire più che gestibile. Un affaire perfetto. Scoperta la faccenda in modo traumatico, Clara si era permessa di chiedere: “ Ci sei già andato a letto?”. Lo sdrumatore le aveva risposto secco “Saran fatti nostri!”. Aveva anche aggiunto che Clara non era nemmeno brava ad apparire, a far girare la gente per strada. Lui ci aveva provato, in estate una volta l’aveva fatta camminare qualche passo avanti per gustarsi gli sguardi degli altri: la donna non si era resa conto che le mutandine le trasparivano da sotto il vestito bianco e leggero…lui sì. Clara non ci aveva provato il minimo gusto. La nuova ‘pupa’ invece era vistosa, volendo esserlo, ammirata da tutti, quindi egli che se la scopava sarebbe stato ammirato, anche dal clan della pupa, di cui lei era l’etoile conclamata. Lo sdrumatore aveva accostato la pupa con uno scritto piuttosto volgare, cui la pupa aveva reagito, per poi mollare. Era la tattica tipica di chi tratta le donne prima abbassandole, poi elevandole ad un livello decente per gratificarle. Una tattica molto antiquata ma sempre valida per persone impostate come lo sdrumatore, e certe vittime. In effetti lui e Clara erano molto diversi: lui la definiva ‘in punta di forchetta’. Lei molto fine, lui molto cafone: menosa e lagnosa era il minimo che lui le dicesse soprattutto quando Clara si attardava a stirargli camicie invece di provare a metterlo a proprio agio fra le lenzuola: a lui, quando si trovava lontana, era sempre solo servita come antipasto la sera, nel senso che prima parlava con lei per scaldarsi, poi si lanciava fino a notte inoltrata a chattare . Davanti alle rimostranze allibite ed addolorate di Clara lo sdrumatore aveva detto che gli dispiaceva, ma la nuova gli era cascata nel piatto e tocca a tutti di venire mollati. In precedenza era toccato anche a lui; Clara che l’aveva consolato per tanto tempo ben lo sapeva, quindi!? Clara si trovasse un altro, a lui non importava un bel niente. Quel che le aveva promesso? Rivedersi? Andarla a trovare? Lo aveva detto per tenerla quieta, non si sa mai: all’ultimo avrebbe disdetto, con una scusa. Alloggiarla da amica se lei ne avesse avuto bisogno? Ma se non erano nemmeno amici! Lei stessa lo aveva affermato quando diceva che bisognava prima creare le basi. Dunque!? Non riusciva a capire che lei non gli serviva più, per lui era una qualsiasi, come altre persone da vedere o sentire una volta ogni tanto? Lei lo aveva alloggiato? Allora? Non si era mai trovato bene, più di una volta avrebbe voluto far la valigie, si , quelle date da lei, ed andarsene. Si, Clara era una brava donna ma…non spiritosa, non divertente, senza quel tipo di amici che a lui piacessero…certo, gli aveva dato una mano, anche due quando lui aveva avuto bisogno, ma se lei era scema lui no…negli ultimi mesi lui si era sistemato, e adesso voleva godersi la vita, lei si arrangiasse, mica doveva perdere tempo per lei! Perché piangeva!? E va bene, se la faceva star meglio sentirselo dire sapeva di essere un porco, ma non gliene poteva fregare di meno. Clara era sola? La nuova secondo lo sdrumatore lo era di più, e a letto apriva la bocca quando serviva, mica per ciaccolare: quindi sarebbe stato il suo nuovo angelo, e lui per lei. Chi ha dato ha dato chi ha sdrumato ha sdrumato. Tutto qua. Clara si era sentita uno straccio, tradita, svilita. Alla memoria le si riaffacciavano tutte le scene del quotidiano con lui. Di come lei avesse cercato di essergli utile, in ogni senso, di trasmettergli anche i valori che lui poverino aveva dovuto perder per strada, per colpa degli altri. Certo, ogni tanto anche lei aveva preteso attenzioni, di venire ascoltata. Ma lui poteva parlare per ore, disquisendo delle sue cose pratiche e grane, lei no. Vero che Clara parlava con foga, lui lento, ma il parlare di Clara era condizionato dal timore che lui le incuteva, da discorsi sempre zeppi dei problemi di lui…le loro conversazioni si limitavano allo scambio di una sequela di guai, quindi Clara si innervosiva… Le uniche volte in cui lo sdrumatore si rilassava era quando parlava di sesso, di cosa le avrebbe fatto se lei gli fosse stata vicina. A Clara questi discorsi non piacevano molto, tanto meno quando lui pretendeva che su Skype lei gli facesse vedere qualcosa di più della faccia. Una volta con sua grande sorpresa lo sdrumatore si era alzato e si era calato le brache…Clara lo aveva rimproverato. Lo sdrumatore davanti alla sua ritrosia era solito intercalare “ mamma, questa bambina è cattiva…” ; allora Clara lo compativa, sorrideva e rideva. Una volta le aveva proposto di farsi fotografare nuda di schiena, seduta; cambiando sfondo, ogni foto sarebbe diventata la pagina di un calendario, che lui si sarebbe appeso sul letto. Clara lo aveva guardato stupita e lui aveva risposto “ma no, è una battuta!”. Lei ci aveva voluto credere. Come aveva voluto credere alla sua versione del grande ‘segreto’ che lo sdrumatore aveva avuto la bontà di rivelarle: una porcheria, con masturbazioni, webcam, sesso di gruppo…lo sdrumatore asseriva che il pervertito non era lui, ma chi lo aveva invogliato a certe finezze! Clara era rimasta di stucco…oltretutto sapendo che lo sdrumatore fisicamente, siccome era malato, non era al top delle prestazioni. Poverino! Forse era un modo per ovviare al suo problema!! Ancora una volta Clara era passata oltre, sicura di poterlo aiutare con il proprio esempio e rassicurandolo che a lei non interessava la sua potenza sessuale, ma il suo affetto. Lo sdrumatore era anche un discreto affabulatore; con la sua voce profonda tirava battute su battute, che in compagnia avevano il compito di destabilizzare gli interlocutori, affascinarli. Non si sapeva se voleva prendere in giro o dire sul serio, ma il risultato era quello di destar simpatia; con quella bocca, quegli occhi e le smorfiette da bimbo piccolo!Se lo sdrumatore era stanco affidava a Clara il compito di tener banco coi suoi amici storici; lei, costretta, diventava ansiosa e lui le rinfacciava che non gli aveva fatto fare bella figura. In privato, dopo le sceneggiate, lo sdrumatore distruggeva chiunque. Tagliava i panni su tutti. “ A vederla in costume quella sembra un armadio…il marito sta sempre a farle le corna…i figli son malriusciti..”. Coi suoi figli lo sdrumatore era in perpetua preoccupazione. Il minore era il cocco, e la ragazza che gli stava accanto una delinquente demente. Clara cercava di gettare acqua sul fuoco, ma lo sdrumatore era implacabile: lui quella ragazza non la poteva vedere. Ragionandoci ora, Clara è costretta ad ammettere che la questione era stata e sarebbe stata sempre una sola. Cioè che lo sdrumatore doveva sempre decidere per tutti, e primeggiare; non sopportava nessuno che gli potesse far ombra. A parte la grande assente-presente che lo aveva mollato: solo al sentirne la voce al telefono il poverino tremava. Se succedeva che qualcuno lo contraddicesse si inferociva, si lamentava al punto che Clara perdeva la calma; col che, lo sdrumatore la biasimava, la colpevolizzava, le rinfacciava in continuazione gli scatti che era stato lui stesso a provocare. E Clara si sentiva in condizione di dover riparare, espiare, venir perdonata. Quindi se poi lo sdrumatore la trascurava, la colpa era sua, sempre sua, solo sua. Tornando alla ragazza del figlio minore, Clara aveva sempre pensato che quella nuora alla fine per lo meno era amata dal figlio, che aveva ravvisato in lei il punto fermo mai trovato in famiglia, mai offerto da genitori che al massimo provvedevano al portafoglio. Non aveva mai osato dirlo chiaro allo sdrumatore: impossibile, come era stato impossibile ottenere il suo affetto. Dopo il tronco netto, del tutto inaspettato, Clara soffre e soffrirà a lungo: deve prendere atto di come si sia lasciata maltrattare, ancora una volta, sotto tutti i punti di vista. Per cosa? Le gentilezze, rare, dello sdrumatore erano solo frasi prefatte, i pochi regali, che sembravano estorti, solo mezzi per gettare fumo negli occhi altrui. Clara ricorda una volta, l’unica, in cui lo sdrumatore in occasione di una ricorrenza le aveva donato una quantità spropositata di fiori; non erano per lei, ma per indispettire che aveva visto quel gesto, o sarebbe venuto a saperlo. Negli ultimi mesi il bel tipo, mentre faceva il mandrillo a dritta e a manca, continuava a tenere Clara come riserva. Mail coi fiori e parole carine che incoraggiavano Clara ad attendere, qualche rosa per il compleanno, la presa in giro finale in cui lo sdrumatore non si era fatto il minimo scrupolo di usufruire di lei: Clara si era recata nel luogo in cui lui abitava e lo sdrumatore aveva approfittato a piene mani di tutto quello che lei poteva offrirgli, pur avendo già irretito la sostituta di Clara. Clara ora si chiede anche come in futuro lo sdrumatore potrà sostenere la parte del grande amatore con la bellona. Magari invece c’era e ci sarebbe riuscito, forse era stato miracolato dal nuovo amore. Poi, di sicuro, lo sdrumatore sarebbe riuscito a condizionare la nuova, come aveva fatto con lei. E l’avrebbe gestita in un percorso fisico per lui stimolante, con maggiore furbizia di quella usata con Clara, perché la bellona gli portava in dote anche il tipo di pubblico che lui adorava, oltre una bella pensione sudata in cucina…povera nuova! Già tradita fin dagli inizi con fantasie su vecchi amori, già ridotta ad esser gelosa…col tempo si sarebbe accorta da sola…Clara, da donna, le augurava di no, ma conoscendo lo sdrumatore… La sdrumatura emotiva che Clara ha ricevuto la scuote, la squassa anche nel corpo. Che battuta tremenda! Clara promette a se stessa che in futuro, al primo accenno di prepotenza, davanti a troppe pretese, battute, anche solo verbali, a certi ‘segreti’, di uomini o donne che siano, fuggirà a gambe levate. Gli sdrumatori, anche se cambiano pelle, non perdono il vizio, la perversione del loro crudele modo di comportarsi: sono dei cacciaballe, tremendi egoisti, senza nessun rispetto per la sensibilità altrui; e per forza, gli sdrumatori sfruttano e basta, questo è il loro input. Sensibilità ? Che cos’è? Un nuovo piatto, sempre gratuito, di croissant parigini? Al diavolo il colesterolo: un’abbuffata stupenda!!