Per caso, per puro caso, ho rivisto una persona che non incontravo da anni. Per sua volontà. E che nemmeno sentivo al telefono, sempre per sua volontà. La osservo camminare tranquilla sul marciapiede alla mia destra. Io sto guidando e procedo con molta lentezza. Non avevo nessuno alle spalle e la maggior parte dei parcheggi era vuota. Avrei anche potuto lasciare la macchina nel primo posto a disposizione e presentarmi a quella persona prima che fosse giunta a destinazione: avevo capito che si stava recando presso il vicino studio medico. Ci era già quasi arrivata. Anche per questo, rinuncio: se quella persona ha un appuntamento preciso da rispettare potrebbe irritarsi, meglio non correre rischi. Non la sento e non la incontro da anni, dicevo; non così vicina, quasi palpabile. Al massimo, a distanza di mesi, ogni tanto la vedevo passare alla guida della sua macchina dal colore inconfondibile. La persona ora sta entrando nell’edificio, scompare…alla fine meglio così. Ma non ne sono del tutto convinta: mi reco nel luogo in cui mi dovevo recare e chiedo consiglio. Il parere è concorde: meglio così. Dai, andata! Cerco di non pensarci, faccio quello che devo poi esco e mi dirigo al parcheggio. E di nuovo la incontro, lei non mi vede e la lascio passare. Questa volta non riesco a resistere: esito, poi mi faccio coraggio. Forse è destino, forse è l’occasione per tentare di rompere il ghiaccio. Allora mi slancio a inseguirla. Lei, la persona, è già salita sulla sua macchina dal colore inconfondibile. Quando arrivo sta seduta al posto di guida con lo sportello aperto; sta telefonando. La chiamo per nome, la persona si alza, esce, mi squadra e dice al proprio interlocutore che lo richiamerà dopo un minuto; purtroppo mi sembra che l’incontro inizi male, ed intuisco che andrà molto peggio. Lei, la persona, continua a squadrarmi con un sorrisetto di compatimento. Poi, la persona pronuncia un’arringa a dir poco spietata, che nemmeno al più lurido verme schifoso… La persona, più alta di me, ora è anche salita sul muretto di fianco alla macchina, forse per farmi sentire ancora più bassa, nella mente e nel corpo. Vorrei fuggire, ma mi costringo a restare, ad assecondarla, e bere fino all’ultima goccia il veleno del calice che la persona mi porge. La persona pontifica, indaga, sentenzia a ruota libera, me ne spara di tutti i colori, mi nega persino il suo nuovo numero di cellulare …fra tutte le accuse e i giudizi, gravissimi, senza appello per me, la persona ad un certo punto esce a dire una cosa che in quel contesto sinceramente può solo far ridere. La persona mi rinfaccia che lei vive senza i quadri e tappeti che le spetterebbero, e che io ingiustamente detengo presso di me. Ossignore, nell’insieme di una tale presupponenza… che caduta di stile!! Tutto qua?? Quadri e tappeti!! Mi allontano a spalle curve, distrutta. Pazienza. Ci ho provato, meglio così, almeno so fino in fondo con chi ho a che fare, senza più nutrire alcuna illusione, inseguire dei ‘se’ che finirebbero col rovinarmi del tutto. Di sicuro, appena potrò, confezionerò il pacco, lo farò recapitare. Un gigantesco pacco di quadri e tappeti. Magari quella persona, lasciata del tutto a se stessa da chi la dovrebbe guidare, si placa… E ben incorniciata da quadri ed avvolta in tappeti, riacquista anche un minimo senso delle proporzioni: male non le farebbe …
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