Era una donna, una delle pioniere delle vendite porta a porta. Emma non aveva potuto studiare, la sua famiglia non si trovava nella possibilità di mantenere la figlia ‘a far la signora’. Perciò, terminata la scuola dell’obbligo, la donna aveva cercato lavoro. A quell’epoca il lavoro non difettava, la disoccupazione esisteva soltanto per chi non aveva voglia di lavorare, gli immigrati erano pochi. Emma era determinata: avrebbe intrapreso un lavoro ‘moderno’, non sedentario, che le permettesse di muoversi, di conoscere gente. Se Emma avesse potuto studiare le sarebbe piaciuto diventare psicologa, lavorare a contatto coi giovani, in un centro sociale; non le piaceva l’idea di chiudersi fra le mura di uno studio, anche suo. Quindi aveva seguito un brevissimo corso ritenuto indispensabile per diventare venditrice; era una delle poche donne, i colleghi uomini non l’avevano guardata di buon occhio, tanto più per il ramo che lei aveva scelto. Se avesse deciso di vendere cosmetici o cosucce da donna…ma mettersi in un campo maschile, volere vendere il famoso ‘Folletto’…che presunzione! La ‘meschina’ non aveva capito cosa significasse suonare alle porte, proporsi, insistere, tornare, fare dimostrazioni….Tanto per cominciare, le donne in genere dipendevano per l’acquisto dal proprio marito, ed era improbabile che una venditrice-donna riuscisse a convincere un uomo circa la validità di un congegno di un certo pregio. Era invece probabile che l’uomo tendesse a guardare la venditrice come se invece di vendere aspirapolvere vendesse altro. Emma era una donna dall’aspetto fin troppo gradevole, quindi doveva per forza finire che le mogli l’avrebbero odiata, i mariti, ‘insidiata’! Emma, però, era determinata, si era comprata una minuscola macchina, girava con metodo sul territorio assegnato, attendeva gli orari migliori e sapeva farsi aprire le porte. Emma portava sempre i calzoni, molto più adatti per chinarsi, spostarsi, e tenere celate le belle gambe. Le piacevano le persone, i bambini, gli animali domestici, e riusciva a farsi benvolere da tutti; presso le case in cui si recava veniva considerata una conoscente, quasi un’amica, da rivedere appena possibile. Così, senza infamia né gloria, Emma era riuscita a mantenere il suo posto per lunghi anni; non aveva mai preteso di scavalcare qualcuno. Le bastava essere soddisfatta della propria autonomia. Certo, il lavoro la assorbiva parecchio, quindi Emma non si era formata una propria famiglia, non se ne era mai preoccupata. Un giorno, la donna aveva dovuto rendersi conto che le cose non funzionavano più come prima. Il ‘Folletto’ stava passando di moda, le casalinghe costituivano una specie in via di estinzione, mariti veri ne erano rimasti pochi ed i portafogli rimanevano chiusi. La gente comprava via Internet, nei centri commerciali, i venditori porta a porta resistevano solo negli abitati piccoli, dove era ancora più difficile vendere. Emma non si era persa d’animo, aveva capito che doveva reinventarsi il lavoro, sempre quello, ma in modo diverso. Bussare alle porte che rimangono chiuse non faceva per lei. Aveva raccolto tutti i risparmi e si era autopromossa da venditrice ad imprenditrice. Nel senso che aveva affittato un locale, aveva raccolto una gamma completa di aspirapolvere, si era pubblicizzata a dovere ed attendeva che la gente venisse da lei. Strano a dirsi, ma la gente veniva davvero, Emma riusciva a vendere gli aspirapolvere con un discreto guadagno. Anzi, aveva anche assunto come commessi due antichi colleghi uomini. Il negozio si riconosceva per un’insegna particolare, ad immagine di elfo, un folletto!!…Più avanti negli anni, terminata l’attività, Emma, ripensando al passato, riconosceva che nel complesso era contenta della vita trascorsa. Aveva bussato alle porte, e le erano state aperte. Poi, era riuscita ad aprire un negozio la cui la porta era scorrevole, e la gente veniva a comprare come se si recasse in un circolo. Ecco, il segreto stava nel fatto che Emma riusciva simpatica: considerava il proprio lavoro non come un modo per fregare la gente o per tirare la fine del mese, l’aspirapolvere era l’oggetto, lei…emanava calore, dell’anima. Emma forse era l’eccezione, anche ai suoi tempi; ora, per ‘emanare calore dell’anima’, si seguono corsi lunghissimi, costosi, ipnotici…gelidi, e che non rendono altro se non la vile moneta, sempre che riescano a renderla.