Questa è la storia di una persona che si è proprio stufata di tutto e di tutti. Poi certo resiste, ma senza illusioni. Chiamiamola Viola, l’ennesima Viola, nel senso che tante donne hanno il medesimo nome, carino, eufonico, con riferimenti anche biblici. Un nome onorevole, che per lei oramai purtroppo suonava a vuoto. La donna pensava che il vivere del mondo intero non aveva il minimo senso se non quello di accontentare un cosiddetto creatore che non si sapeva chi fosse, ma a suo parere doveva essere per lo meno perverso: la vita è una parabola e ben si sa, con un inizio ed una fine. Sia il primo che l’ultima avvengono in solitudine, nel senso che l’essere appena nato viene espulso dal grembo materno, e ne piange. Ma così bene che affascina tutti. Invece colui che, invecchiato, è sulla via del declino, ha dovuto capire che egli non affascina proprio nessuno, alla fine è solo un peso, familiare e sociale. Ordunque Viola, ben conscia di ciò , escogita una soluzione, sovvertire i termini di nascita e morte. Siccome Viola, benchè potesse sembrare un po’ strana, svagata, possedeva comunque un cervello ben funzionante, studiando in Internet era venuta a conoscenza degli Algoritmi. In qualche modo ci si era appassionata e ne aveva scelto uno, l’Algoritmo ‘Senza tempo’. Ci aveva dovuto penare ma era riuscita ad ottenere un colloquio con lui, in fondo un prodotto di intelligenza artificiale, mentre la sua, da essere umano, era dotata di fantasia ed emozioni. Lo aveva chiamato Geppetto. “Geppetto ascoltami, io non sono Pinocchio, un burattino cui tu nella favole hai dato la vita, ma un essere umano già dotato di essa. Però la vita così come è non mi piace, non vorrei avere un corpo reale che si deteriora, vorrei essere almeno di legno, ma potere pensare con la mia propria testa… tu non potresti fare in maniera che si possa nascere in carne ed ossa, pazienza, e, sperando di avere fortuna vivere in un corpo siffatto senza soffrirne, poi col tempo, trasformare il contenitore carnaceo in uno di legno, sempre dotato di pensiero, ma libero dalla sofferenza? Non sarebbe la vicenda di Pinocchio che aspira a diventare bambino , ma quella di chi, ben sapendo che la carne imbroglia, decide di fare il contrario, gabellando perfino la morte…che dovrebbe colpire con maggiore riguardo. E gabellando soprattutto le abitudini umane….le cosuetudini. Il bebè con le sue fossette, i suoi rotolini, affascina, invece l’anziano carnaceo incute ribrezzo. Ma se fosse di legno?” L’Algoritmo ‘ Senza tempo’ chiamato Geppetto a suo modo annuisce, quasi contento.. “ Cara Viola, l’idea mi piace, perché pure io potrei fare il burattinaio al contrario, senza nessuna responsabilità. E finalmente me ne andrei a riposo. Non dovrei allevare bimbi di legno, ma soltanto aiutare persone a trasformarsi per motivi ben validi. Soprattutto a non cadere in preda alle varie illusioni, ai mistificatori…va bene, ci sto, ci confronteremo sui particolari”. Così ebbe inizio la storia, circa il prosieguo a più avanti….
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