Sono gli occhi del corpo. Così pensava la donna dal vestito di sole, leggero. Tutti i giorni, quando andava alla piccola spiaggia fra i massi, la donna svestiva il suo corpo dal vestito giallo e arancione, luminoso. Si sdraiava su un telo di spugna al riparo da sguardi indiscreti, in un angolo; sfilava il costume e tutta la pelle le si imbeveva dei raggi del sole. Tranne le mani, coperte da una salvietta di tela bianca, spessa, di modo che rimanessero protette, come gli occhi, ricoperti dagli occhialini gialli a misura dei bulbi. La donna rimaneva immobile al sole per circa mezz’ora, contava lei stessa i minuti, poi rigirava il corpo in modo da togliere occhialini e salviette. Gli occhi guardavano a terra, ed i palmi le si irroravano di calore, energia. Quello era il momento più atteso: la donna sentiva il calore diffondersi lungo il palmo, le dita, le sue mani ‘vedevano’ il cielo ed il sole, senza provare fastidio. E parlavano, all’azzurro intenso del cielo ed al giallo aranciato del sole, grate per le sensazioni che riuscivano a cogliere. In quel lungo momento la donna era tutt’uno con loro, e volava lontano. Lontano dalla vita di tutti i giorni, quando le mani servivano per lavorare, servivano il corpo, che pretendeva da loro le cose più umili, o ingrate. Certo, era giusto, era il loro compito: senza il corpo le mani non potevano esistere, lo sapevano, eppure si sentivano diverse da lui, quasi tristi. Soprattutto quando a contatto con altre persone le mani dovevano stringere altre mani. Molte volte fredde, sudaticce. La donna guardava gli occhi della persona che si trovava di fronte, a volte celati da occhiali, indecifrabili. Altre volte scoperti, ma impenetrabili. Ecco, secondo la donna dal vestito di sole, le mani sapevano leggere all’interno di una persona meglio degli occhi: il contatto del palmo con quello dell’altra persona ne rivelava subito, senza sbagliare, la vera natura. Mani gelide, troppo sudate, oppure, di rado, piacevoli al tatto. Strette leggere, calorose, molto più spesso indifferenti, minacciose perfino. Sì. Infatti la bocca magari sorride, gli occhi hanno imparato a mentire, ma le mani non fingono. Da tempo la donna dal vestito di sole aranciato evitava di stringere mani. Non le interessava conoscere ancora persone, valutarle con gli occhi e le mani: che strapazzo! La parola bastava. Gli occhi guardavano senza vedere, e le mani, le preziose mani, per ora dovevano solo impegnarsi a cercare di amare il corpo da cui dipendevano, come lui loro. Tutto qua: nel tempo, dopo aver ricevuto calore, energia, dopo essere davvero diventate tutt’uno col corpo, le mani della donna dall’abito luminoso dei colori del sole forse, nel tempo, avrebbero acconsentito a stringere mani…poche, molte, fredde, calde…senza provare timore di perdersi.
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