Visto di giorno al naturale,come sei diverso da quando io ti contemplo da lontano, illuminato e trasformato dalle luci sapienti che punteggiano l’illustre collina cui tu appartieni. La sera assomigli alla testa di un cucciolo d’elefante ancora privo di zanne, con la minuscola proboscide protesa verso il mare, assorto nell’ascolto del frenetico mondo sottostante. E intanto impercettibilmente cresci, custode della memoria di quell’andirivieni scomposto, mentre piccoli frammenti di vita si spezzano e poi si ricongiungono in un nastro senza fine dalle mille sfumature. Così la pazzia del vivere ti rimane impigliata nella corteccia, mentre tu, dalla tua posizione preminente, sembri un piccolo triste saggio sotto forma di elefante mascherato da albero; io tutte le sere ti saluto, amico notturno dei miei pensieri. E spero che il mio affetto solitario mi renda degna della tua fiducia.