Ricordo che una volta ho inviato per sms una frase. Recitava ‘… non sarà tramite mio ma della vita…’. Sarebbe stato più corretto dire ‘tramite la vita’, ma la frase mi era uscita così, in un contesto in cui, amareggiata, denunciavo al ricevente il disagio, il dolore che il suo comportamento mi provocava. Non auguravo certo malanni, ma che la vita, nelle sue sfumature non sempre liete, facesse acquisire a quella persona la consapevolezza che il dolore rimane sempre in agguato verso chi se ne fa portatore, abituato a depredare i propri simili nella psiche ed anche nel corpo: non so più nulla di persone analoghe e di quella persona in particolare, tranne quel poco che qualcuno mi vuol riferire. Facendo da tramite in una vicenda in cui la consapevolezza di cosa significhi il rispetto della persona, la propria e l’altrui, rimane astruso, in eterna vacanza.