Beatrice ha deciso di prendersi qualche ora di svago per evadere dal silenzio opprimente che la circonda quando non esce: la casa in cui abita, ora è solo una cosa da vendere. La giornata è serena, c’è sole, il verde del parco regala a Beatrice una sensazione di pace. La donna passeggia ed osserva le poche persone presenti. In particolare, una famigliola sopra il pontile; la coppia sembra felice, il bimbo impugna un bastone lungo e sottile che egli usa come fosse una canna da pesca, aiutato dal padre. Cercando di mantenere il bastone sul pelo dell’onda appena accennata, i due riescono solo a rimestare l’acqua un po’ torbida del lago, senza ombra di pesci. Il gioco li appaga egualmente: si tratta di un modo per rimanere vicini e scambiare impressioni. La madre del bimbo non interviene. Li guarda, appagata a sua volta dal suono delle voci affiatate: un progetto di vita che al momento appare sereno. Il progetto di vita per il quale Beatrice aveva vissuto invece è scomparso, cancellato da un’incalzare di insormontabili incomprensioni reciproche insorte fra lei e coloro che facevano parte del suo quotidiano. Beatrice sta per essere travolta dalla malinconia; solleva lo sguardo verso il verde dei salici, gli alberi che sente più prossimi a sé. Piangenti, li chiamano: le lacrime sono le foglioline che ricadono fitte dai rami gravidi. Rassicuranti, continue, composte, come le gocce di un gioco d’acqua. La donna starebbe quasi per piangere, magari una lacrima sola, discreta. La sente arrivare, alza la mano a detergerla subito ed intanto riabbassa lo sguardo, che si incrocia con quello del bimbo. Egli la sta osservando, e Beatrice intuisce che il bimbo ha capito ciò che le sta succedendo. La donna si sente un po’ imbarazzata, fuori posto, una stupida. Ma il bimbo sorride con semplicità e le fa cenno di avvicinarsi per giocare con lui. La madre si è accorta del gesto del figlio, si volta verso la sconosciuta e sorride, contenta che sia arrivato qualcuno per scambiar quattro chiacchiere. La sensazione di crisi si stempera, Beatrice si accorge che il progetto migliore è imparare a godere del momento presente, come del gesto spontaneo di ospitalità che le è stato offerto dalla famigliola incontrata per caso sopra il pontile del lago.