Urla di gatti indemoniati straziano, agghiaccianti, il notturno silenzio…

Sono triste e stanco, ma non posso dormire.

Tutta la notte ti ho chiamato col telefono, ma tu non c’eri mai.

Il tuo appartamento è vuoto, le luci saranno sicuramente spente.

Forse sei morta.

Forse sei scappata via, lontano.

Forse hai fondato una famiglia con un altro uomo, e vi è nato un figlio.

Forse te ne stai rannicchiata in qualche angolo di strada, tutta sanguinante ed impaurita, oppure chiedendo l’elemosina, cenciosa tremante di freddo.

No, chiamare un’altra donna non mi servirebbe, almeno questa notte.

E’ di te che ho bisogno.

Come il malato di cancro ha bisogno delle metastasi.

Come il pompiere ha bisogno dell’incendio.

Questa mia casa assomiglia ai vecchi portici di una cittadina di provincia: archi illuminati di notte da lampadine fievoli.

Dove non passa nessuno e gli angoli puzzano di pipì e muffa.

Piove, l’aria è fredda e umida; ho le scarpe bagnate.

In questa città non conosco nessuno, e non so nemmeno che nome le abbiano dato.

Penso solo che forse, chissà quando, tu sei passata di qui, ed hai visto giovane questo vecchio gatto asmatico che si lecca il moncherino di una zampa amputata.

 

Autore: Franco